C'è Spazio | Astronave Terra
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Astronave Terra

Puntata del 24 novembre 2016

Questa puntata è dedicata a un’astronave molto particolare che ci porta in giro per l’Universo da 4 miliardi e mezzo di anni. Un’astronave decisamente delicata: il pianeta Terra.

Ne parliamo con Guido Guidi, Ten. Col. Aereonautica militare, meteorologo, Simonetta Cheli, direttorato Osservazione Terra Esa e infine Alessandro Coletta, responsabile missione Cosmo-SkyMed Asi.

E partiamo dalle basi: impariamo qualcosa di più del nostro pianeta.

Sapevate che la Terra non è perfettamente sferica? È un geoide

La Terra non è una sfera perfetta infatti è leggermente schiacciata ai poli

La Terra non è una sfera perfetta infatti è leggermente schiacciata ai poli

“Ciò che ci rende davvero unici, che rende la terra davvero unica è l’atmosfera – spiega Alessandro Coletta – ci protegge dalle radiazioni solare nocive non facendoli arrivare sulla Terra. I raggi vengono assorbiti dall’atmosfera. Però è anche vero che conosciamo soltanto l’atmosfera del nostro pianeta, non sappiamo che tipo di atmosfera o protezione c’è intorno agli altri”.

“La nostra unica fonte di energia, la ragione per cui questo pianeta è abitabile come lo conosciamo è la presenza di una fonte, non inesauribile, che mette in moto tutti i meccanismi di circolazione dell’aria dell’acqua, tutte le cose indispensabili per la vita – chiarisce Guido Guidi – sto parlando del Sole”.

Anche la luna però ha una certa importanza: il nostro satellite infatti garantisce la stabilità dell’asse di rotazione della Terra.

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In questa immagine composta vediamo la Terra che sembra superare l’orizzonte lunare fotografata da uno spacecraft. Credits: NASA/Goddard/Arizona State University

 

Dobbiamo ringraziare i satelliti però se riusciamo ad avere una panoramica davvero completa della Terra. I satelliti orbitando intorno al nostro pianeta ci fanno vedere posti irraggiungibili: dai poli alle foreste più fitte.

“Mandiamo in orbita satelliti dagli anni ’70 – spiega Simonetta Cheli – e oggi l’Europa continua a inviare nello Spazio diversi satelliti per il monitoraggio ambientale molto potenti che sono essenziali per gestire le risorse del nostro pianeta e vedere quale è lo stato di salute della Terra”.

Ma sapevate che la Terra non è stata sempre chiamata così? L’analisi del nostro linguista Massimo Arcangeli

Un’immagine fondamentale per chi studia la terra è la foto scattata dal Voyager il “Pale blue dot”, il piccolo punto pallido, un’immagine straordinaria, Alessandro Coletta ci spiega infatti che nel 1990, mentre la sonda era in viaggio da già 13 anni,  si decise di voltare la fotocamera presente sulla sonda e scattare una foto della Terra a 6 miliardi di chilometri di distanza.

In questa immagine composta vediamo la Terra che sembra superare l'orizzonte lunare fotografata da uno spacecraft. Credits: NASA/Goddard/Arizona State University

In questa immagine composta vediamo la Terra che sembra superare l’orizzonte lunare fotografata da uno spacecraft. Credits: NASA/Goddard/Arizona State University

Che differenza c’è tra tempo e clima? “Il clima è quello che ti aspetti, il tempo è quello che ti prendi – ci dice Guido Guidi – due realtà che appartengono allo stesso sistema ma che hanno luogo in scale spaziali differenti. Il clima si studia nel lungo periodo, per convenzione si è stabilito in un periodo lungo 30 anni, ma possono anche essere molti di più, difficilmente di meno, le oscillazioni infatti sarebbero male interpretate. Il clima poi non si riferisce a un paese o una città ma ad una regione, non nel senso amministrativo: ad esempio regione mediterranea, regione europea. Il tempo è invece quello che fa, oscillazioni di brevissimo periodo che definiscono il contorno della situazione meteorologica. Nubi, pioggia, giornate più calde, più fredde”

Per approfondire la complessità del clima rivedi il servizio realizzato per il TG POST

“Avere dei satelliti su un lungo periodo con dei dati consistenti è fondamentale per chi studia il clima – sottolinea Simonetta Cheli – si è parlato molto alla Cop21 di come implementare questo studio, i satelliti europei possono contribuire agli accordi della Cop21. Si può contribuire alla mitigation, alla gestione dei disastri, si può guardare allo stato di salute delle foreste, poi ancora il monitoraggio dell’agricoltura, le previsioni di raccolta dei terreni”.

La sigla finale di questa sera è dedicata a Brian May, il chitarrista dei Queen: May non solo è un grandissimi musicista è anche un astrofisico e collabora al programma della sonda New Horizon

 



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