C'è Spazio | Cosmologia
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Cosmologia

La volta celeste ha sempre affascinato l’umanità. Grazie alla religione e alla filosofia, abbiamo cercato di comprendere cosa si celasse dietro quella realtà che sembrava immutabile e così diversa dalle instabili vicende terrestri.
La descrizione del cielo di Aristotele era un complesso sistema di sfere concentriche. Al centro del cosmo c’era la Terra circondata dalla Luna, dal Sole, dai 5 pianeti allora conosciuti (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) e finalmente dalle stelle fisse. Il movimento iniziale era causato dall’azione di un “primo mobile” che agiva sulla sfera più esterna (delle stelle fisse) e il cui movimento scorreva da una sfera all’altra, grazie ad una forza di trascinamento tra le sfere che erano considerate solide e trasparenti come il cristallo. Insomma un cosmo “perfetto” e per questo “eterno e immutabile”.

Nonostante la sua complessità, l’Universo di Aristotele (con le successive aggiunte di Tolomeo) aveva la virtù di spiegare e predire la maggior parte dei moti osservati delle stelle e dei pianeti. Anche per questo è sopravvissuto per oltre un millennio ed era ancora in auge quando Dante scrisse la sua opera che, nella sua architettura, rispecchiava esattamente la visione aristotelica. Proprio nella Divina Commedia, Dante arriva a definire Aristotele: «Il maestro di color che sanno».

 

Qualche secolo dopo, grazie al lavoro sperimentale di Galileo, abbiamo cominciato ad intuire una struttura assai diversa. E’ bastato un piccolo telescopio per osservare le lune di Giove (che orbitavano attorno al loro pianeta e non al nostro) per capire che la Terra non era il centro dell’Universo ma un pianeta che, come tutti gli altri, girava intorno al Sole.
Sono stati necessari telescopi ben più potenti per capire che il Sole era una stella come tante, che gli astri erano molto più lontani dei pianeti del nostro sistema solare e per riuscire a calcolare, appena un secolo fa, che le dimensioni del cosmo andavano ben al di là dei limiti della nostra Galassia.
Secoli di osservazioni e scoperte ci hanno permesso di arrivare alla nostra concezione attuale: non più un cosmo immutabile e fisso, ma una realtà in perenne cambiamento. Anche se ci sono aspetti di cui sappiamo ancora poco, siamo stati capaci di ricostruire la storia di come si è formato l’Universo.

 

Possiamo affermare che il tempo e lo spazio, la materia e l’energia hanno avuto origine da un punto con proprietà che riusciamo a malapena a comprendere. Questo punto di singolarità si è prodotto circa 13,8 miliardi di anni fa e da allora ha cominciato ad espandersi, fino a diventare lo spazio immenso che osserviamo oggi. E’ il cosiddetto Big Bang (nome in realtà utilizzato per la prima volta da Fred Hoyle per denigrare questa ipotesi), che è in grado di spiegare l’origine delle leggi della fisica, l’espansione sempre più rapida delle galassie e la composizione delle stelle.
Oggi sappiamo che le stelle sono gigantesche fornaci che traggono la loro energia da complesse reazioni nucleari che trasformano principalmente idrogeno in elio. Non sono affatto immutabili ma nascono, si evolvono e infine muoiono, talvolta in modo tranquillo, altre volte in maniera violenta, con enormi esplosioni che creano i famosi Buchi Neri, capaci di produrre vere e proprie “crepe” nello spazio e nel tempo.
Dalle ceneri delle stelle, sono nati gli elementi che hanno dato origine ai pianeti, alle lune e, in ultima analisi, alla materia di cui siamo fatti tutti noi.

 



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