27 Ott La mia collaborazione con C’è Spazio
Nell’addestramento necessario per volare in orbita, ci sono anche aspetti legati alla comunicazione. Oltre ad affrontare i pericoli dello spazio, gli astronauti sono chiamati a cimentarsi con i “rischi” di un’intervista o di un talk show televisivo.
La NASA utilizza dei veri e propri corsi, tenuti da esperti di comunicazione, per assicurarsi che i suoi astronauti siano più efficaci durante un intervento tecnico oppure possano rendere più accattivante uno “speech” indirizzato al grande pubblico.
Durante l’addestramento a Houston, anch’io ho frequentato questi corsi e ho fatto tesoro dei suggerimenti e degli insegnamenti ricevuti. Durante la mia esperienza di oltre due decenni, come astronauta prima e poi come divulgatore, mi sono trovato innumerevoli volte negli studi radio-televisivi, nelle redazioni dei giornali o semplicemente in situazioni pubbliche e quasi sempre sono ricorso al “training” per rendere più immediato il concetto che volevo trasmettere e, solo in pochissimi casi, per rispondere a un’intervista ostile (così si definisce una situazione in cui l’intervistatore vuole mettere in cattiva luce l’intervistato).
In genere, l’interazione con le redazioni e con i giornalisti è positiva e interessante ma, il più delle volte, è breve e non va oltre gli aspetti strettamente contingenti. In rarissimi casi, però, si riesce a stabilire un rapporto personale, che va ben al di là di quello professionale Mi è successo anni fa alla radio, con un ciclo di appuntamenti della trasmissione “Alle 8 della sera” e, più recentemente, mi è capitato con la redazione di “C’è Spazio”.
Ho trovato un ambiente accogliente, un gruppo di professionisti appassionati del proprio lavoro e curiosi delle materie con cui si cimentano. La simpatia è stata immediata ed è subito scattata una sintonia che ha reso estremamente naturale il lavoro svolto insieme.
Ma, quel che conta di più, è che lavorare con Letizia, Simone, Giuseppe, Sofia, Matteo, Antonio e Valentina è sempre molto divertente, oltre che stimolante. Ed è proprio la scelta di parlare di scienza con un linguaggio semplice e immediato, ricorrendo anche a situazioni simpatiche e spiritose, che mi ha convinto a collaborare a questa trasmissione. La redazione di “C’è Spazio” ha dato vita a uno dei rari esempi di “edutainment” del panorama televisivo italiano, un modo piacevole di intrattenere gli spettatori con argomenti che generalmente sono considerati “difficili” e adatti solo per gli specialisti.
Sono sicuro che la professionalità e la spontaneità, con cui la squadra ha lavorato per mettere a punto i servizi e le avventure di Giuseppe e di “Big Drivers”, renderanno interessanti e godibili le nuove puntate che stiamo ultimando e che andranno in onda a partire dal 2 novembre.